Costruire con il modellismo navale

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domenica 18 gennaio 2009

le manovre dormienti

Le manovre dormienti sono tutte quelle che hanno lo scopo di mantenere saldi alla nave tutti gli alberi salvaguardandoli dal movimento del natante in navigazione e dalla forza dei venti.
L’albero è assicurato contro queste risultanti per mezzo delle sartie, dai paterazzi e dagli stralli.
Le sartie sono quelle manovre laterali (una coppia per ogni tronco di albero) e prendono il nome degli alberi stessi: sartie di trinchetto, sartie di maestra e sartie di mezzana.
Queste sartie maggiori partono dalla coffa e finiscono sulle lande sorretti dai parasartie.
Nel piano superiore vi sono poi le sartie di parrocchetto, le sartie di gabbia e le sartie di mezzana.
Queste partono dalle crocette e finiscono sulle rigge delle coffe.
Infine le sartie degli alberi minori si dividono in sartiole di velaccino, sartiole di velaccio e sartiole di belvedere le quali partono dai rispettivi incappellaggi e finiscono sulle rigge delle crocette.
Per tendere più fortemente le sartie di trinchetto e di maestra si tendevano sotto la coffa dei cavi intrecciati tra loro.
Questa operazione veniva chiamata trilinaggio delle sartie.
I paterazzi hanno lo stesso compito e prendono lo stesso nome delle sartie ma partono dai rispettivi alberi e finiscono direttamente ai parasartie.
Gli stragli a differenza delle sartie lavorano in senso longitudinale e sono disposti verso prora.
Ogni troncone di albero ha uno straglio e prende lo stesso nome.
Si hanno quindi:
straglio di trinchetto, straglio di maestra, straglio di mezzana, straglio di parrocchetto, straglio di gabbia, straglio di contromezzana, straglietti di velaccino e controvelaccino, straglietti di velaccio e controvelaccio, straglietti di belvedere e controbelvedere.
Come le sarte gli stragli sono costituiti da cavi di canapa le cui dimensioni variano al variare del tronco di albero.
Anche il bompresso ha le sue manovre fisse che si chiamano briglie.
La briglia era formata da una coppia di bigotte fissate una sul bompresso e l’altra sul tagliamare tramite cavo.
Con il passare del tempo il numero delle briglie veniva aumentato.
Dalla metà del 1800 il bompresso veniva rinforzato oltre che con le briglie anche con i venti i quali non sono altro che briglie che finiscono sui fianchi dello scafo all’altezza delle gru di capone.
Tali venti come per i paterazzi sono moltiplicati quando sulla nave oltre al bompresso si hanno l’asta di fiocco e di controfiocco.
LE MANOVRE DORMIENTI (costruzione)
La costruzione delle manovre dormienti consiste nell’utilizzare refe, bigotte e bozzelli.
Non parleremo delle variazioni sulla costruzione poiché non c’è molto da cambiare.
Le uniche differenziazioni consistono nelle legature e nei nodi.
Il modellista può scegliere di usare nodi familiari oppure nodi realmente usati nella marineria.
Analizziamo secondo l’ordine del paragrafo della descrizione le varie manovre.
LE SARTIE
Le sartie vengono costruite doppie o semplici a seconda se il numero delle bigotte su parasartie è pari o dispari.
Nel caso di numero di bigotte pari, vengono utilizzate tutte sartie doppie incappellate sul colombiere (testa dell’albero) alternativamente a destra ed a sinistra.
Nel caso di numero di bigotte dispari, vengono utilizzate sartie doppie ed una sartia semplice.
La prima operazione da fare è quella di formare la gassa avente il diametro della stessa misura dell’albero e richiuderla con una legatura piana.
L’ideale sarebbe fasciare la gassa e parte della sartia.
Viene poi tagliata per una lunghezza tale da raggiungere il parasartie e legare la bigotta.
La legatura di questa viene fatta avvinghiando la sartia nella gola, operazione chiamata gassa di imbigottitura, perimetrale e serrare quest’ultima con tre legature piane.
Anche qui l’ideale sarebbe fasciare la parte della sartia fino all’ultima legatura.
Per ottenere la stessa distanza tra le bigotte di sartia utilizzeremo un filo metallico resistente (ad esempio acciaio armonico) piegato ad U che inseriremo tra ogni coppia di bigotte via via che vengono legate.
La sartia semplice prevede una gassa formata da due spezzoni di cavo che vanno uniti tramite legature piane uno opposto all’altro.
Per le fasciature e le legature di bigotta seguire le stesse istruzioni delle sartie doppie.
Le bigotte vengono arridate secondo una sequenza specifica.
Su di un capo del corridore viene effettuato un nodo chiamato piede di pollo il quale riterrà lo stesso corridore nel primo foro in alto a sinistra della bigotta di sartia.
Dopo aver effettuato tutti i passaggi attraverso i fori delle bigotte (sartia e landa) il corridore viene fissato tra le legature della bigotta di sartia.
Fatto questo passiamo ora alla messa in opera delle griselle.
Le griselle (gradini in corda) sono fissate orizzontalmente equidistanti tra loro sulle sartie formando una scala per agevolare la salita sulle coffe e crocette.
Dal momento che queste erano catramate come anche le sartie sarebbe idoneo utilizzare refe di colore nero.
La costruzione della grisella viene fatta annotando un capo con un semplice nodo (ridotto in scala così piccola è poco visibile ma se vogliamo pignoleggiare vi riporto a lato il particolare) e per ogni sartia un nodo parlato.
Le misure del refe da usare sono riportate sul disegno costruttivo.
I PATERAZZI
I paterazzi vengono lavorati allo stesso modo delle sartie poiché questi hanno la stessa funzione.
Variano invece i paterazzi dell’alberetto di parrocchetto di bompresso.
Per questi infatti si utilizzano bozzelli anziché bigotte i quali vengono stroppati e messi in tensione sullo straglio di parrocchetto.
GLI STRAGLI
La costruzione degli stragli prevede refe e bozzelli.
Analizziamo ora la costruzione di tutti quelli presenti sulla nave.
Lo straglio di maestra è generalmente per le navi più grandi composto da due unità.
Si costruisce prima la gassa formata da un rigonfiamento costituito da canapa intrecciata chiamato bottone in maniera che questo si blocchi sulla gassa stessa.
Tutta la legatura viene fasciata con refe da mm 0,25.
Successivamente sull’altro capo del cavo viene stroppata una bigotta od un bozzello a tre occhi alla stessa maniera delle bigotte di sartia.
Il paranco veniva completato con l’altra bigotta o bozzello posto al piede dell’albero di trinchetto (1500).
In tempi successivi il punto di fissaggio veniva spostato sul bracciolo di cappuccino e raramente al piede d’albero di bompresso.
La misura del refe da usare è quella riportata sul disegno costruttivo.
Lo straglio di trinchetto prevede la stessa lavorazione del precedente soltanto che veniva arridato sull’estremità dell’albero di bompresso nel 1500 mentre nel 1600 si spostava a circa metà dell’albero di bompresso.
Lo straglio di mezzana lavorato allo stesso modo degli altri era arridato in tre modi.
Uno consiste nell’arridare lo straglio al piede d’albero di maestra, l’altro risultava invece essere fissato nel cassero, l’ultimo invece in uso specialmente sulle navi inglesi tramite una redancia veniva fissato al piede d’albero maestro.
I nodi e le legature seguono le stesse indicazioni già viste in precedenza.
Spesso gli stragli maggiori, quando erano doppi, erano uniti da un piccolo cavo che noi costruiamo con refe da mm 0,25 a mo’ di triangoli.
I due stragli venivano mantenuti equidistanti da distanziatori in legno.
Tali pezzi li ricaviamo, per le scale 1:50 - 1:75, con listellini mm1x1 sagomati in testa con concavità per contenere il cavo di straglio.
Gli stragli maggiori inoltre prevedevano le ragne.
Queste avevano lo scopo di proteggere le vele contro lo sfregamento sugli stragli e sulle coffe.
La costruzione delle ragne viene così effettuata.
Costruire la molla ricavandola da un listello 2x3 oppure 2x5, praticare su questo cinque fori da mm 0,8 e tagliarlo dopo l’ultimo foro.
Arrotondare gli angoli e scanalare lo spessore, così facendo abbiamo creato una sorta di bozzello.
Praticare undici fori sulla coffa e tramite due bozzelli ad un occhio costruire la manovra della ragna.
Tutti gli altri stragli minori sono costruiti come i maggiori ma con sezioni dei cavi e le misure dei bozzelli, man mano che si sale, sempre più ridotte.
A differenza dei maggiori non sono mai doppi e non hanno ragne. Le briglie di bompresso seguono gli stessi sistemi di stroppatura e messa in opera delle manovre già viste.

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